- ⏱️ Ultimo aggiornamento:18/09/2024
Il concetto di sostenibilità ambientale è entrato solo di recente a far parte del nostro immaginario comune. Si riferisce alla condizione biofisica della Terra ed in particolare all’utilizzo che viene fatto delle risorse.
Per la maggior parte della sua storia, l’essere umano ha sfruttato le risorse terrestri senza preoccuparsi delle conseguenze. Oggi, il concetto di sostenibilità ambientale vuole stravolgere, scardinare questo modus operandi con un nuovo modello di sviluppo.
È chiaro che la crescita delle società e delle economie umane sia inarrestabile; tuttavia, d’ora in avanti, per non subire gli effetti devastanti dei cambiamenti climatici, bisognerà crescere in modo più responsabile.
Ma cosa vuol dire crescere in modo responsabile e sostenibile? Continua a leggere il nostro blog per scoprilo!
Indice dei contenuti
Cos’è la sostenibilità ambientale in breve?
Per sostenibilità ambientale s’intende l’insieme di azioni, obiettivi e programmi da mettere in atto per mantenere in equilibro l’ecosistema terrestre (locale o globale) con le attività umane.
Negli ultimi anni, le pratiche di protezione dell’ambiente si sono evolute, passando da un aspetto meramente ecologico a uno socioeconomico che riguarda il controllo dei consumi e l’efficienza energetica. La sostenibilità ambientale, infatti, è parte del modello di sviluppo sostenibile. Nei suoi 17 obiettivi di sviluppo sostenibile l’Agenda 2030 dell’ONU ha provato a tracciare una roadmap globale per l’energia pulita.
Quali sono gli elementi della sostenibilità ambientale?
Le prime due leggi della termodinamica affermano che l’energia esistente non possa essere distrutta ma solo trasformata. Ad ogni passaggio si registra una perdita di quantità di energia disponibile per il futuro. Partendo da quest’assunto, la sostenibilità vuole assicurare il rispetto e il corretto utilizzo delle risorse ad oggi disponibili nel mondo.
Quali sono, pertanto, le caratteristiche della sostenibilità o i suoi elementi distintivi? Economia, uguaglianza e ambiente. Si parla di sostenibilità ambientale quando questi tre elementi funzionano in armonia. In altre parole, proteggere l’ambiente significa anche promuovere l’uguaglianza e preservare la crescita economica.
Quali sono i pilastri della sostenibilità ambientale?
La dimensione ambientale della sostenibilità, come dicevamo, è una componente essenziale dello sviluppo sostenibile. Ogni azione umana ha delle conseguenze sull’ecosistema e la crescita economica non può prescindere dalla salute del pianeta.
In ottica di scalabilità, i princìpi della sostenibilità ambientale sono applicabili a qualsiasi livello: dal giardino di casa alla tutela di mari e oceani. Il paradigma sostenibile, infatti, si fonda su tre pilastri: sostenibilità sociale, sostenibilità ambientale e sostenibilità economica.
Il progresso di ogni pilastro è concepito in maniera intrinsecamente connessa a quello degli altri: non è possibile lo sviluppo di uno degli elementi se anche negli altri non si riscontra un miglioramento.
Per questa ragione si parla, ad esempio, di green economy, concetto afferente a una visione dell’ecologia come foriera di business e posti di lavoro. In questo articolo ci concentriamo sulla dimensione ambientale della sostenibilità, sui principali ambiti d’intervento e sulle azioni che ognuno di noi può intraprendere per aiutare il pianeta.
L’obiettivo principale della sostenibilità ambientale
L’obiettivo primario della sostenibilità ambientale è quello di preservare le risorse del pianeta Terra. Questo punto cardine, tanto banale quanto importante, può essere raggiunto in diversi modi:
- adottando fonti di energia sostenibili e rinnovabili, ovvero abbandonando le fonti fossili;
- permettendo a tutti di avere le stesse possibilità (uguaglianza);
- rispettando le risorse dell’ecosistema con comunità sostenibili;
- edificando città sostenibili, in base a criteri di rispetto ambientale e sociale;
- educando i cittadini a un consumo consapevole, informato e soprattutto sostenibile.
Quali sono le pratiche ecosostenibili?
Eco-friendly, green-living ed ecosostenibile sono parole sempre più usate e forse abusate in ogni contesto, dalla pubblicità al commercio dei prodotti sul mercato. Ma cosa significa davvero eco-friendly? Quali sono le attività sostenibili e gli ambiti d’intervento?
Essere eco-friendly significa essere cosciente di un fenomeno che può salvare il pianeta nel presente e per il futuro. Tutto ciò che è eco-friendly non è nocivo per l’ambiente. Uno stile di vita eco-friendly, infatti, ha cura degli animali, delle piante e dell’intero ecosistema.
Essere earth–friendly, o amici della Terra, è possibile solo se ci si ricorda che siamo ospiti di un mondo che è di tutti e che pertanto va rispettato e preservato anche per le generazioni future.
La prova di ciò che sta accadendo l’abbiamo sotto gli occhi ogni giorno, con la morte dei pesci nel loro stesso habitat, con la scomparsa graduale delle colture e con la morte delle persone per mancanza di cibo nei Paesi in via di sviluppo (quando le persone lasciano la propria terra a causa dei cambiamenti climatici, ad esempio, si parla di migranti climatici).
La terra e i ghiacciai si restringono, la flora e la fauna cambiano e bisogna fare qualcosa subito. Anche la tecnologia e i prodotti più recenti creano danni all’ambiente, costringendo tante persone a cambiare il proprio modo di vivere, a partire dalla ricerca di prodotti ecologici. Ecco alcune delle pratiche eco-compatibili più semplici da poter adottare fin da subito:
- car sharing;
- riciclaggio e compostaggio;
- orto;
- prodotti locali o a km 0;
- riparare anziché buttare;
- riutilizzare e abolire l’usa e getta;
- scegliere prodotti a basso impatto ambientale e con poco packaging; camminare o andare in bicicletta;
- ridurre l’utilizzo delle luci in casa e optare per l’energia proveniente da fonti rinnovabili;
- stendere i panni invece di usare l’asciugatrice;
- utilizzare software per tecnologie ambientali in grado di rendere più eco-sostenibili procedure e attività.
Oggi il consumatore vuole informarsi; per questo motivo le aziende hanno iniziato a investire sull’eco-friendly e sull’elaborazione di prodotti ecologici, per creare cioè nuove realtà ecosostenibili ed ecosolidali.
Non tutti i prodotti eco-friendly, però, sono sicuri per l‘ambiente. Controllare le etichette o cercare informazioni approfondite e recensioni su Internet aiuta a distinguere i prodotti davvero ecosostenibili e da quelli dannosi per l’ambiente.
Economia circolare e sostenibilità ambientale
In un mondo sempre più green, lo stato di salute del pianeta impone che i cittadini intraprendano la strada della sostenibilità energetica e della riduzione dell’impatto della nostra vita sull’ambiente. Da questo scenario sorge la cosiddetta economia circolare.
L’economia circolare si occupa delle problematiche e delle scelte ambientali, studiando gli effetti della crescita economica sulle funzioni dell’ambiente. Essa tiene conto del consumatore, dell’efficienza del mercato e del meccanismo dei prezzi.
L’economia circolare è diversa dall’economia ecologica, la quale intende l’economia come un subsistema focalizzato sul mantenimento del capitale naturale. Gli economisti ambientali si occupano dei livelli d’inquinamento, dell’analisi della legislazione ambientale e degli accordi internazionali per la protezione delle risorse ambientali e la valutazione dei beni extra-mercato.
Anche detta economia ambientale, l’economia circolare è un modello di produzione e consumo che implica condivisione, prestito, riutilizzo, riparazione, ricondizionamento e riciclo dei prodotti, in modo d’allungarne la vita.
I prodotti inutilizzabili vengono poi trasformati e reintrodotti nel ciclo economico per generare ulteriore valore. Il passaggio ad un’economia circolare, dove tutto ciò che si consuma non si getta ma si ricicla, porta inoltre innumerevoli vantaggi:
- riduzione dell’impatto sull’ambiente;
- meno spreco di materie prime;
- impulso all’innovazione e alla crescita economica.
Con l’economia circolare i consumatori avranno sempre a disposizione prodotti più durevoli che miglioreranno la qualità delle loro vite.
Marine litter
Il protocollo d’intesa firmato nel 2020 da Cassa Depositi e Prestiti (CDP), Eni e Fincantieri punta alla sostenibilità ambientale e all’economia circolare per l’adozione di soluzioni tecnologiche che risolvano il problema dei marine litter, ovvero i rifiuti plastici che compromettono l’ecosistema marino e costiero.
L’obiettivo del provvedimento era quello di promuovere modelli di business alternativi e un rapporto con le istituzioni più “proficuo”. Fincantieri ha effettuato la scelta dei mezzi navali, ha studiato la logistica per la raccolta, la selezione e il trattamento in mare dei rifiuti, occupandosi anche dello smaltimento dei prodotti non trattabili.
Come previsto da diversi piani industriali, ancora oggi s’intende realizzare un modello di crescita orientato alla sostenibilità e all’economia circolare, che sia capace di generare un impatto positivo a livello socioeconomico ed ambientale.
Per creare valore, infatti, occorre unire crescita e solidità finanziaria alla sostenibilità sociale. Il mare di certo avrà un ruolo sempre più importante in futuro; anche, ad esempio, nella produzione di energia marina.
Finanza green
Anche l’Europa si è attivata per sviluppare un sistema finanziario più sostenibile. La Commissione von der Leyen sta elaborando un documento per stabilire i criteri tecnici di valutazione delle attività economiche che contribuiscano al raggiungimento degli obiettivi ambientali comunitari.
Alcuni Stati membri hanno già chiesto l’inclusione del nucleare negli investimenti “verdi”. Per ottenere il bollino green, un’attività economica deve garantire un contributo ad almeno uno dei 6 obiettivi ambientali previsti dalla legge:
- mitigazione dei cambiamenti climatici;
- adattamento ai cambiamenti climatici;
- sostenibilità e protezione dell’acqua e delle risorse marine;
- transizione verso l’economia circolare;
- prevenzione e controllo dell’inquinamento;
- tutela della biodiversità e degli ecosistemi.
La sostenibilità ambientale in Italia
La relazione per Paese tratta la situazione italiana in merito a riforme strutturali, prevenzione e correzione degli squilibri macroeconomici nell’ambito della sostenibilità ambientale dell’European Green Deal.
L’Italia ha registrato finora buoni risultati nello sviluppo sostenibile, con la riduzione del 18% delle emissioni di gas a effetto serra. Se però le imprese hanno adottato maggiori misure per affrontare le problematiche ambientali, nelle famiglie non è ancora accaduto un importante investimento nell’economia circolare.
Il sostegno del governo italiano alla green economy sta registrando dei progressi e le nuove iniziative promosse a livello nazionale, riguardo all’energia e il clima, dimostrano un reale interesse a sostegno della transizione verde.
Le nuove misure vogliono favorire le imprese negli investimenti verdi con un fondo specifico e mediante garanzie pubbliche. Si promuove così l’economia verde anche favorendo la decarbonizzazione, la riduzione delle emissioni, l’efficienza energetica e la sostenibilità ambientale. Per riuscire al meglio in questa missione è necessaria una sinergia tra il terzo settore e le politiche.
Le scelte ecologiche nel Bel Paese
L’Italia è il quarto maggiore produttore di gas serra dell’Unione Europea e l’industria energetica è la principale responsabile delle emissioni di gas serra.
Le principali fonti di emissioni in Italia sono le centrali a carbone e la produzione di ferro e acciaio. L’obiettivo è ridurre l’uso del carbone in 2 aree d’intervento prioritarie, Taranto e il Sulcis Iglesiente in Sardegna.
Oltre che sulla salute delle persone, l’inquinamento atmosferico in Italia ha ripercussioni anche sulla vegetazione e sulle acque. Ne deriva che la decarbonizzazione dei trasporti è fondamentale per ridurre le emissioni di gas serra in tempi brevi.
Una soluzione può essere il trasporto ferroviario di merci anche a livello internazionale; porti e aeroporti, poi, possono svolgere un altro ruolo chiave. Invece, per lo sviluppo di una mobilità urbana sostenibile si registrano misure sugli autoveicoli aziendali con il decreto-legge “Clima” del 2019, il piano strategico nazionale per una mobilità sostenibile.
Rispetto al riciclaggio dei rifiuti urbani, infine, ci sono netti miglioramenti, nonostante le discariche non conformi e la gestione inadeguata dei rifiuti nella Campania del recente passato. Per ciò che concerne il trattamento delle acque reflue e l’efficienza della distribuzione idrica siamo ancora indietro.
Solo una bassa percentuale della popolazione è allacciata alla rete secondaria di trattamento delle acque reflue. Molti agglomerati non sono infatti risultati conformi alle disposizioni europee per la raccolta e/o il trattamento delle acque reflue urbane.
Adattamento al clima e prevenzione dei rischi
L’Italia è il secondo Paese europeo più colpito dalle catastrofi idrogeologiche, da fenomeni meteorologici estremi, dalla siccità e dagli incendi boschivi. Questi disastri nell’ultimo ventennio hanno comportato perdite economiche per circa 65 miliardi di euro e oltre 20 mila vittime.
Solo il 5% delle perdite era assicurato, quindi lo Stato e le vittime hanno dovuto assorbire da soli perdite. La Commissione UE e le associazioni ambientaliste sollecitano il governo per una strategia globale e un piano nazionale di adattamento al clima, affinché venga ridotto il rischio di catastrofi. Gli investimenti in tale senso possono fare molto e tu? Cosa intendi fare?
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