Secondo la definizione del Consiglio Europeo, risalente al 2006, «la mobilità sostenibile garantisce che i sistemi di trasporto (pubblico e privato) corrispondano ai bisogni economici, sociali e ambientali della società, minimizzandone contemporaneamente le ripercussioni negative sull’economia, la società e l’ambiente».
Oggi, la mobilità sostenibile è un modello di trasporto il cui obiettivo è quello di ridurre l’impatto ambientale, migliorando la qualità della vita dei residenti, specie nelle aree urbane. Inoltre, affianca a politiche di sensibilizzazione sul tema tecnologie innovative che consentano spostamenti a impatto zero od eco-sostenibili.
La mobilità sostenibile mira a:
- un trasporto pubblico più efficiente (in base alle caratteristiche del territorio);
- una “mobilità dolce”, che preveda l’utilizzo di monopattini e biciclette elettriche;
- l’espansione delle zone a traffico limitato (ZTL) per ridurre le emissioni di CO2.
Indice dei contenuti
Città dei 15 minuti
Il concetto di città dei 15 minuti, che abbraccia a pieno titolo quello di mobilità sostenibile, viene ideato nel 2016 dall’urbanista francese Carlos Moreno, il quale propone uno stile di vita incentrato su inclusività ed ecologia.
Secondo Moreno, nelle città dei 15 minuti tutti i servizi essenziali (scuole, uffici, supermercati, ecc.) sono raggiungibili a piedi, in bicicletta o in monopattino in massimo un quarto d’ora.
Le città dei 15 minuti puntano a:
- ridurre il traffico veicolare;
- migliorare la salute dei cittadini, grazie a una maggior attività fisica;
- rafforzare le relazioni interpersonali, valorizzando le comunità locali.
Un esempio in Europa? Parigi, che sta stravolgendo interi quartieri per favorire questa visione.
Bike sharing
Il bike sharing è uno degli elementi chiave della mobilità sostenibile, in quanto consente brevi spostamenti in città con biciclette o monopattini elettrici in condivisione.
I vantaggi sono:
- la convenienza economica: i servizi di bike sharing hanno, in genere, prezzi più accessibili rispetto ai mezzi di trasporto privato;
- la localizzazione: le biciclette e i monopattini elettrici vengono posizionati volutamente in punti strategici della città;
- zero emissioni di agenti inquinanti rispetto ai veicoli tradizionali.
Negli anni, grandi città come Bologna, Milano e Catania si sono dotate di servizi di bike sharing, affiancandoli ad iniziative come il cash-back per i mezzi eco-friendly.
Cosa dice il nuovo Codice della Strada riguardo al bike sharing
Con l’aumento del numero di biciclette e monopattini elettrici sulle strade italiane, il governo si è affrettato a regolamentare il settore, istituendo il nuovo Codice della Strada, in vigore dal 14 dicembre 2024. Per l’utilizzo dei suddetti mezzi, il testo prevede:
- età minima di 14 anni;
- utilizzo del casco;
- targa;
- assicurazione;
- presenza di indicatori luminosi.
Si potrà circolare solo su strade urbane andando a una velocità massima di 50 km/h. Chi violerà la norma sarà punito con sanzioni pecuniarie da 50 fino a 400 euro.
Mobilità sostenibile in Italia: come siamo messi?
Secondo l’ultimo report ISPRA (2017), in Italia la mobilità non sostenibile contribuisce alle emissioni di gas a effetto serra per il 23%, di ossidi di azoto per il 50% e di particolato per il 13%.
In realtà, si parla di mobilità sostenibile già dagli anni ‘90. È solo nel 2017, però, che i PUMS (cioè i piani urbani di mobilità sostenibile) divengono obbligatori per le metropoli con più di 100 mila abitanti.
Cos’è il PUMS
Il PUMS è uno strumento di pianificazione urbana, istituito dall’art. 22 della legge n. 340 del 24 novembre 2000, che mira, in un orizzonte temporale di medio-lungo termine, a sviluppare una visione sistemica della mobilità sostenibile.
In concreto, il PUMS prevede il raggiungimento di obiettivi di sostenibilità ambientale, sociale ed economia per mezzo di azioni volte a migliorare l’efficacia e l’efficienza dei trasporti (nella loro totalità) oltre che dell’attuale assetto urbanistico e territoriale.
Scenari futuri, le prospettive
I dati riguardanti la mobilità sostenibile nelle città italiane non sono molto promettenti. Nonostante i progressi compiuti, infatti, permangono delle criticità:
- mancanza di investimenti infrastrutturali;
- educazione civica assente;
- interoperabilità tra i servizi.
Analizziamo, un attimo, il report “Il futuro della mobilità urbana sostenibile. Come ci muoveremo nel 2035?” del Politecnico di Milano. Secondo le stime, per raggiungere nella Penisola un grado accettabile di mobilità sostenibile occorrerà:
- passare dai mezzi di proprietà privata a quelli in sharing;
- riprogettare il sistema di trasporto pubblico nazionale.
La velocità con cui questi cambiamenti avverranno (se mai accadrà) dipenderà, in gran parte, dalle scelte politiche. Alcune percezioni e abitudini, però, stanno già cambiando:
- possedere un’automobile non rappresenta più uno status symbol;
- andare in bici non è più solo una necessità, ma anche un modo per prendersi cura della propria salute;
- vi è maggior consapevolezza circa l’impatto delle attività umane sull’ambiente.
È ragionevole ipotizzare che, in futuro non troppo lontano, vivremo una fase più matura della transizione già in atto.
Come attuare forme di mobilità sostenibile nel nostro piccolo
Esistono diversi modi per mettere in pratica la mobilità sostenibile nel nostro piccolo: nel caso di tragitti brevi o in centro storico, puoi prediligere la mobilità dolce invece che l’uso di auto e moto; e perché no anche in forme “organizzate”, così da ridurre il numero di veicoli in circolazione. Esiste anche il car pooling, cioè la condivisione del mezzo con persone che seguono il tuo stesso tragitto.
Se, invece, non puoi fare a meno di acquistare una vettura, scegline una di classe Euro 6 o Euro 5. Nel caso in cui tu ne abbia una più datata (dunque più inquinante), valuta l’installazione di un filtro antiparticolato omologato in grado di abbattere le emissioni di polveri sottili. Infine, se valuti l’acquisto di un motociclo o di un ciclomotore prediligi motori a 4 tempi (sono più performanti e inquinano meno) rispetto a quelli a 2 tempi.
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Che tu viva in un piccolo centro urbano o in una grande metropoli, sostieni il cambiamento utilizzando i fondi europei. Potrai sviluppare un progetto di mobilità sostenibile.
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